Mamma, quel Dio, la cui foto del figlio tenevi in camera da letto, ti giuro, mamma, non è tanto grande.
“-Mamma, Papà, dove siete? Mamma, Papà aiutatemi” grida quell’uomo dal passo rassegnato e dagli occhi vitrei, mentre, spogliandosi delle vesti, in modo tanto atroce e felice al contempo per la consapevolezza, stanco di patire, tra poco, si spoglierà anche dei dolori… tra poco respirerà l’ “aria” che ti libera dalla tortura e dall’odore acre di piscio, sangue e lacrime.
Dio gioca a nascondino mentre io continuo a guardarmi intorno e mi chiedo il perché …
Dio, senti le grida, la puzza, i colpi di fucile e le parole, per me straniere, gridate tra un tiro e l’altro di sigaro…? Stivali squittiscono lamenti, anche loro, calpestando fango freddo e pastoso…
Una madre canta al figlio una ninna nanna, che mai più sentirà, un’anziana signora si toglie la fede e la ingoia per proteggere il suo sentimento ed evitare che un altro lo usurpi fregandosene della sua storia, un ragazzo prega, ti chiama, io lo guardo e rido… Dio, mi fai pena, sei impotente davanti all’egoismo ed alla superbia di questi assassini. Dio, non sai tutto, non sai come farmi riabbracciare mio figlio.
Come può un uomo che prega un suo Dio impugnare un fucile ed al via sparare ad un cuore animato da sogni, speranze, bellezza, ricordi e famiglia… come può un uomo che non capisce la lingua di un altro, rispondere sputandogli e guardandolo dall’alto in basso… io lo so, quel ragazzo aveva solo chiesto dell’acqua…
Un comandante, ad un condannato, ha detto: “ Per la tua buona condotta, ti consento di scegliere come morire”…ed egli ha risposto: “Di vecchiaia”. E così sarà… Un corpo è stato risparmiato, rivedrà la sua casa… ma una morsa mi prende al cuore: la ritroverà vuota delle persone a lui care. Quella carcassa ancora avrà movimenti grazie ai quali sostentare la propria materia, ma l’anima già sarà perita, l’anima non potrebbe mai sopravvivere. Resta la disperazione.
La morte è l’inizio della corsa verso l’eterno, segna la rinascita…vivere, morire, vivere di nuovo insieme a te…figlio mio, stavolta rinasceremo insieme l’una accanto all’altro, tenendoci per mano, sorridendo e guardando la nostra nuova casa… Ti rifarò i biscotti e sentirai di nuovo il gallo, all’alba, chiamarti per venire in cucina a bere il latte appena munto… avrai modo di scegliere e non sarai mai più la scelta di nessun uomo ignorante e pieno di se, sarai libero ed al sicuro come quando una madre prende in braccio per la prima volta la sua creatura.
“Suoni, immagini, profumi…
la mia mente
volava,
sino ad arrivare al loro
rincorrere
la vita”
… Ti vedo, bambino mio, ti vedo, ti tendo la mano venendoti incontro… ora, in te, vedo Dio.
Auspicando un non breve silenzio rivolto alla meditazione, in seguito alla lettura di quanto prima con voi condiviso, non chiudo, ma disserro ancor più:
“Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto.” Immanuel Kant
Dott.ssa Greta Maria Russo